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Aug 31, 2023

Recensione Wilco

02 Forum di Kentish Town, LondraJeff Tweedy è inizialmente un po' distante dal suo devoto pubblico, ma presto l'alchimia tra il gruppo si accende

I Wilco, dopo 29 anni, occupano un posto speciale nel cuore delle persone per le quali è tutta una questione di musica, amico. L'aria di venerazione in un Forum gremito è palpabile, anche se il leader Jeff Tweedy sembra non accoglierla con favore. Dopo che un fan ha espresso il suo apprezzamento, Tweedy mormora nel microfono, non in modo aggressivo, ma non senza un certo sarcasmo: "Questa è la parte dello spettacolo che mi piace, dove posso parlare con ciascuno di voi individualmente".

Per la prima metà di questo concerto di due ore, è un po' come guardare una squadra di calcio assemblata in modo costoso superare qualche avversario minore: tutto è chiaramente brillante, tutti sanno esattamente cosa stanno facendo, ogni elemento è al suo posto, ma anche sembra un po' inevitabile, e proprio per questo poco coinvolgente. Non è noioso – sono canzoni fantastiche, suonate fantasticamente bene – più di quanto fanno i Wilco. La band suona e basta; Tweedy non fa alcuno sforzo per comunicare.

Ma poi, a metà, qualcosa cambia, con Bird Without a Tail/Base of My Skull, dall'album Cruel Country dell'anno scorso. Ciò che inizia come folk rock si evolve gradualmente e la comunicazione tra il sestetto inizia a scintillare e bruciare. L'interazione tra i tre chitarristi – Tweedy, l'eccellente Nels Cline e Patrick Sansone – abbaglia e la canzone vola. È affascinante, drammatico senza essere aggressivo.

Da quel momento in poi, è come guardare il Brasile nel 1970: accidenti, questi sono sorprendentemente brillanti. Tweedy si rilassa e la band si intensifica. Quando suonano Misunderstood, dal loro rivoluzionario secondo album Being There, il pubblico prende il posto di Tweedy per ripetere la frase: "Ami ancora il rock'n'roll". Evicted, dal prossimo album Cousin, riceve un applauso di riconoscimento.

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L'attrice di supporto Courtney Marie Andrews entra per i bis, ma se ne va prima dell'abbagliante finale di Spiders (Kidsmoke), il suo impulso motorico fa da base per gli strilli di rumore di Cline e Tweedy che si risolvono in un riff schiacciante. Verso la fine la band tace e Tweedy ordina al pubblico di tenere il tempo battendo le mani, quindi di cantare quel riff. Lo fanno, all'unisono, prima che la band torni a reclamare i giusti consensi.

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